Municipio

In base a recenti rinvenimenti documentari, la costruzione del Palazzo Comunale di Commessaggio sarebbe coeva a quella del Torrazzo e del ponte vespasianei. Si tratta di una lettera, datata 22 novembre 1585, in cui il vicario di Commessaggio informava Vespasiano Gonzaga della dipintura del Palazzo della Comunità, ad opera dell’équipe di pittori coordinata dal cremonese Bernardino Campi (responsabile della decorazione di Palazzo Giardino a Sabbioneta fra il 1582 e il 1587).

Al Palass (come si dice in gergo dialettale) era appunto la sede del vicario ducale (o massaro), incaricato del governo civile e giudiziario del nostro territorio.
Quando il principe di Bozzolo, Scipione Gonzaga, succeduto nel dominio ai Duchi di Sabbioneta, volle premiare l’operosità e la fedeltà dei commessaggesi, ottenendo dall’Imperatore l’elevazione della Vicaria al grado di Pretura, anche il palazzo divenne Pretorio.

Nel 1830/32, epoca del Regno Lombardo-Veneto, l’edificio fu completamente rimaneggiato su progetto dell’ing. Giuseppe Tognini, come sede dell’Imperial Regia Deputazione Comunale. Le finestre ad arco del piano superiore furono architravate, fu chiuso il ballatoio del sottotetto che correva lungo tutta la facciata e fu data una diversa disposizione agli ambienti interni. Così rimase per oltre un secolo: al centro c’era un gran portone con due battenti a catenaccio, a destra una porticina dava adito alle scale, all’aula di classe V e all’atrio del pianterreno, sotto il quale si aprivano i locali dell’asilo infantile.

Il Palio delle Contrade. Credit: Calendari dell’Associazione Pro Loco Commessaggio.

Nel corso degli anni furono apportate alcune modifiche esterne, che non ne alterarono la struttura: la lapide ricordo dei caduti nella Prima Guerra Mondiale, murata prima a sinistra, fu spostata a destra; un sedile di marmo fu rimosso insieme alla lapide delle Sanzioni (ricordo imposto dal Partito Fascista a tutti i Comuni). Col passare degli anni, i mutamenti richiesti da una nuova funzionale edilizia trasformarono il Municipio così come ora lo vediamo.

Nel 1935, era podestà il Cav. Basilio Magon, si provvide ad un restauro generale. La vecchia scala fu sostituita da uno scalone a doppia rampa con elegante balaustra, che immette nell’atrio del piano superiore, ove un corridoio a tutta lunghezza separa gli uffici.

Dell’antica decorazione fu salvato soltanto il soffitto dell’archivio, opera giovanile del commessaggese Prof. Camillo Racchelli Sartori. All’esterno si rifece il cornicione: la decorazione a festoni, sulle fasce e sugli stipiti, fu sostituita con disegni a chiaroscuro, del pittore Guglielmo Bacchi di Sabbioneta.

In tempi di amministrazione socialista la facciata fu dipinta di colore rosso-vino, mentre fu ripetutamente ritinteggiato il quadrante dell’orologio, dilavato dalle intemperie, fino all’installazione dell’attuale quadrante in ferro battuto, dovuto al maestro Alberto Gorla (1985).

Sotto il balcone è ancora visibile la lapide che ricorda la visita di Giuseppe Garibaldi, avvenuta nel 1862, mentre nella Sala Civica al pianterreno sono esposte le belle tele del Cav. Giuseppe Tenca, una delle quali riproduce il Quarto Stato del pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo.

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